Apprezzabilissima ed è per questo che la segnaliamo ai nostri lettori l’iniziativa editoriale del Corriere dela Sera, che, nella ricorrenza del trentesimo della scomparsa di Sandro Pertini(“il Presidente più amato dagli italiani”), ha pubblicato “Sandro Pertini”, combattente per la libertà”. Si tratta di una (anche sul piano storiografico) rivisitazione della vienda umana che si intreccia con la testimonianza politica. Di cui costituisce eccezionale riscontro mettendo a disposizione una considerevole massa documentale, fatta di fascicoli processuali, di corrispondenza scritta, interviste e discorsi (per la gran parte inediti).
L’impegnativo approfondimento, impiegato parallelamente anche come base per la realizzazione del film “Il giovane Pertini” diretto da Gambattista Assanti (di cui abbiamo dato notizia attraverso una recente segnalazione nella rubrica Eco-eventi link accesso (Il giovane Pertini, combattente per la libertà), è il risultato del lavoro di due valenti accademici presso l’Università di Siena e saggisti, il prof. Stefano Caretti ed il prof. Maurizio Degli Innocenti.
Il volume è uscito, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica come supplemento del maggior quotidiano italiano ed é in vendita presso le edicole al tutto sommato contenuto prezzo di 9,90.
Di particolare interesse anche la prefazione del giornalista Marzio Breda. Il cui incipit si avvale del ricordo di un faccia a faccia di un gigante del giornalismo, Oriana Fallaci. Che inquadra il personaggio: “E’ un uomo che ha tanto da dire senza essere sollecitato. Infatti non si intervista Sandro Pertini. Si ascolta Sandro Pertini.”.
E, con il ricco corredo documentale offerto dalle preziose 270 pagine del “Combattente per la libertà” il personaggio che, a trentanni dalla morte e a trentacinque dalla fine del mandato presidenziale, continua a farsi ascoltare con la lettura. Dispensando ulteriore conoscenza di un profilo intramontabile nella stima e nell’affetto degli italiani.
Se ne ricavano percezioni, non del tutto inedite ma comunque meritevoli di una conoscenza più particolareggiata dell’uomo, dell’idealista, del militante del socialismo e dell’antifascismo.
Particolarmente toccanti, sono in tal senso le lettere dirette alla madre ed al “Maestro” Filippo Turati, cui, contrariamente agli stili relazionali delle temperie atuali contaraddistinte da un cameratismo insopportabile, si rivolgeva con affetto e deferena.
In una corrispondenza a lui (che aveva assistito insieme con Parri, Olivetti e Rosselli nell’espatrio) diretta, si confida: “Finalmente sono riuscito ad occuparmi. Lavoro in qualità di manovale-muratore presso un impresario italiano. Nonostante che il mnuovo mestiere sia un po’ faticoso sono contento perché il mio fisico va acquistando forza giorno per giorno e resiste magnificamente, poi sento che l’animo si tempra e questo maggiormente importa. Mi fa bene questa vita…Sento profondamente la nostalgia di Parigi e di tuti i compagni che ho lasciato costì. Vorrei tornare fra loro – questo per me è l’esilio nell’esilio. Dica loro che non mi dimentichino e mi ricordi a tutti…”.
Alla madre, nel maggio 1928, scrive: “…io sono e rimarrò sempre un proscritto irriducibile, pronto ad assumere responsabilità e ad infischiarmi di ogni atto di clemenza che il barbaro dominio fascista potrebbe eventualmente elargire…Nulla io personalmente accetterò da costoro. Penso che la libertà non dobbiamo chiederla né riceverla, ma conquistarla”.
Come abbiamo ricordato in un precedente approfondimento (Le tracce di Pertini a Cremona) che segnaliamo a nostri lettori, chi scrive ha avuto ripetute occasioni di incontri diretti. Sia all’epoca del ruolo di presidente della Camera dei Deputati (venne a Crema a celebrare il quarantesimo della Liberazione) che come Presidente della Repubblica. Veste nella quale venne nel settembre 1987 a celebrare il 2200° anniversario della fondazione di Cremona
L'ECO LIBRI - Sandro Pertini, combattente per la libertà
a cura di Stefano Caretti e Maurizio Degl'Innocenti - in edicola con il Corriere della sera
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