Riscattati e riportati a nuova vita, i Sassi di Matera sono oggi una grande attrazione per il Paese. Appena dopo i moti del Risorgimento, però, costituirono una vera vergogna per il Paese e per lo Stato a causa del degrado totale e delle disumani condizioni di vita di coloro che li abitavano: mancanza di acqua, luce, rete fognaria e soprattutto mancanza di aria… senza contare la promiscuità con gli animali. Qui vivevano i “cafoni”: contadini senza terra né altre risorse, se non una miseria estrema. Grande quanto la ricchezza dei loro antagonisti: i “galantuomini”, ricchissimi latifondisti che si sentivano superiori per diritto naturale, ma sopratutto diritto indiscusso. Due realtà contrapposte, destinate a scontrarsi in una lotta di classe che conobbe la vergogna di vedere lo Stato appoggiare la classe già favorita dalla sorte. Si dovrà attendere gli anni ’50 per vedere attuata una Legge che stabiliva lo sgombro di quelle grotte e la costruzione di più dignitose abitazioni.