Quando meno te lo aspetti, i mercati azionari europei forniscono una importante escursione rialzista che va a interrompere la lunga, sostanziale lateralizzazione degli ultimi 3 mesi.
In Gran Bretagna l’incertezza economica creata dal voto del referendum di giugno è amplificata dalla totale mancanza di chiarezza nella politica del governo, che ha continuato a fare annunci contraddittori. Il partito laburista, diviso fra due anime, non riesce a condurre un’opposizione efficace.
L’annuncio di McDonald’s mostra il declino del Lussemburgo come piazza fiscale. “Il suo potere di attrazione e’ chiaramente diminuito”, stima Murphy. Gli accordi fiscali offerti alle imprese appartengono ormai al passato.
Durante a RadioArticolo1: "Lontanissimi da quell’idea di Unione che investe il 2% del Pil europeo per un decennio, come propone la Ces, un piano da 250 miliardi all'anno, l’unica leva per cominciare a ricostruire una prospettiva di durata della ripresa"
Durante l’ultima sessione plenaria del Parlamento Europeo di Strasburgo sono intervenuto nel corso della discussione sulla situazione negli insediamenti palestinesi in Cisgiordania.
L’entrata in vigore del discusso accordo di cooperazione tra la Turchia e l’Unione europea per fermare il flusso di migranti irregolari lungo la rotta balcanica ha aggravato il sistema di recezione dei richiedenti asilo in Grecia, un Paese già condannato dalla Corte di Strasburgo nel 2011 per le degradanti condizioni di accoglienza.
È in aumento il numero di aziende slovacche con sede nei paradisi fiscali. Questo evidenzia l’ultima indagine della società di consulenza Bisnode Slovakia, secondo la quale dalle 1500 del 2005 sono oggi oltre 4700 le imprese con capitali e amministratori slovacchi che hanno la loro sede in uno dei tanti paesi classificati come “paradiso fiscale”.
Il candidato ecologista Alexander van der Bellen ha vinto il ballottaggio delle elezioni presidenziali austriache. Il nazionalista Norbert Hofer ha ammesso la sconfitta. Van der Bellen ha ottenuto il 53,3% delle preferenze mentre il candidato dell'estrema destra (Fpoe) si è fermato al 46,7 per cento. Le stime comprendono anche una previsione del voto postale.
Sinergie tra Comites di Hannover, Missione Cattolica Italiana di Amburgo ed Associazione “Prima Persona e.V.”, che insieme agli italiani incontrano l’Eurodeputato Italo-Tedesco Fabio De Masi
Organizzato dal Comites Hannover Sabato 19 novembre, a partire dalle ore 16, presso il Consolato Generale di Hannover, si è svolto un confronto sulle ragioni del no e del sì. Per il SI ha riferito Salvatore Mineo (Wolfsburg) e per il NO Stefano Musolino (AMBURGO). La moderazione è stata affidata al presidente Giuseppe Scigliano.
Nei giorni scorsi i cremonesi hanno avuto l’opportunità di ascoltare il prof. Piero Braglia, uno dei più autorevoli biografi del grande europeista Altiero Spinelli, più che sulla celebrazione dall’ormai 75enne “Manifesto di Ventotene”, sulle cause della crisi dell’Europa, figlia di un percorso, va detto, sempre più impolverato e tarlato rispetto a quello “sognato”.
La vittoria a sorpresa di Donald Trump – almeno per una buona parte degli osservatori – alle elezioni presidenziali americane, che ne ha fatto il 45° presidente degli Stati Uniti come confermato nelle prime ore di questa mattina (tarda notte in Usa), ha provocato una serie di reazioni e commenti anche tra i politici slovacchi.
Celebrazione al cimitero d’onore Amburgo – Öjendorf Domenica 6 novembre 2016 Breve Discorso del Presidente del Comites di Hannover Dott. Giuseppe Scigliano
Sabato 5 novembre 2016, alle ore 17.30, presso il Centro Italiano di Wolfsburg, si è tenuto un incontro pubblico per comprendere le ragioni del sì e del no alla Riforma costituzionale .
E’ entrato in vigore il 4 novembre l’accordo sul clima di Parigi, che è diventato realtà anche grazie alla presidenza slovacca del Consiglio dell’UE, e che ora dovrà essere ratificato dai parlamenti nazionali.
Nel breve volgere di un mese , il popolo e la comunità rumena sia in Patria sia presente in Italia sarà chiamata a fare memoria del proprio passato e del proprio futuro.
Secondo testimonianze e documenti raccolti da Amnesty International, almeno otto rifugiati siriani sono stati illegalmente rimandati in Turchia dalla Grecia, senza rispettare le garanzie procedurali e senza considerare la loro richiesta d’asilo.
Quel Dio, con la maiuscola, quello, per intenderci, che per millenni ha creato il mondo, l’universo e anche noi uomini, ma i tempi cambiano e se tutto viene messo in discussione ed anche Dio comincia ad avere qualche problema di identità.
Secondo uno studio della Banca Mondiale sul contributo degli emigrati all’economia del loro paese d’origine, gli slovacchi all’estero invieranno complessivamente quasi 2 miliardi di euro in Slovacchia.
E' saltato il vertice Ue-Canada del prossimo 27 ottobre, per cui il trattato Ceta (Comprehensive Economic and Trade Agreement) al momento rimane in aria. E' notorio che l'opposizione della regione belga della Vallonia ne ha impedito la ratifica.
Il premier slovacco Robert Fico ha detto ieri alla commissione Affari europei del Parlamento slovacco, rispondendo alla domanda di un deputato dell’opposizione, che sulle sanzioni contro la Russia la Slovacchia si conformerà all’atteggiamento comune dell’Unione europea, anche se è convinta che le sanzioni siano inutili.
Commentando la proposta di conclusione del Consiglio europeo sulla necessità di velocizzare le procedure d’appello dei richiedenti asilo in Grecia allo scopo di aumentare le espulsioni dalle isole greche verso la Turchia, ai sensi dell’accordo tra questo paese e l’Unione europea, Amnesty International ha dichiarato che siamo di fronte a un profondo disprezzo per la vita umana e a una minaccia alle procedure d’asilo nel loro complesso.
Rispettiamo pienamente i risultati del referendum ungherese contro le quote di rifugiati del 2 ottobre, e lo consideriamo essere uno strumento legittimo di democrazia, ha detto il primo ministro Robert Fico dopo aver ricevuto a Bratislava il primo ministro ungherese Viktor Orban, secondo quanto riportato dall’agenzia Tasr.
Lo rivela lo studio “Lavoro e capitale negli anni della crisi”, realizzato dalla Fondazione Di Vittorio Cgil. Un declino da attribuire non alle dinamiche retributive, ma alla riduzione di investimenti, ricerca e innovazione